I Matrioska Social Club, mai nome fu più azzeccato per un progetto musicale che è la riprova che la musica in Italia non è morta, ma gode di ottima salute.
Progetto salentino che ha trovato il suo sviluppo a Bologna e che non è una semplice band “powerduo” ma è un collettivo che accoglie chiunque abbia idee per suonare: il fine è quello di comunicare con il linguaggio universale chiamato musica. Da qui il nome di Matrioska, la famosa bambola di legno che racchiude in sé un io sempre più piccolo fino a quello che è il cuore e l’essenza vera del suo essere. Così sono i Matrioska social club: un insieme di note che celano un’anima fatta di coraggio, ribellione e voglia di riscatto.
Il loro rock è molto potente. Un muro di chitarre distorte e batteria. Ti arriva in faccia come un treno con un suono che ti travolge, coinvolge, sconvolge. Il loro rock è coraggio. E’ cantato in italiano perché sono con orgoglio italiani (e come dargli torto?): “…Perché cantare in inglese? Come posso esprimere concetti ed emozioni in una lingua che non è la mia…” (Gian Piero Nicolì batteria – Matrioska social club).
I Matrioska sono Lorenzo Zizzi (chitarre e voce) e Gian Piero Nicolì (batteria) e dal 2002 suonano insieme. Hanno militato in diverse band (tra cui Minerva e Token) ma di sicuro questo progetto è quello che caratterizza la loro poetica, la musica è un linguaggio universale che unisce e nonostante si stia cercando di affossarla con varie politiche discutibili risorgerà sempre dalle sue ceneri come la fenice! La musica è ribellione, rivolta e affermazione. La musica è vita!
Matrioska social club – Freak
A breve un estratto della chiacchiera che ci siamo fatti durante l’intervista