È il 02 febbraio, ore 22.00 circa. Sono a casa nel mio studio di registrazione pronto a videochiamare Tommaso Agnese per l’intervista.
Nella testa mi riecheggiano mille ragionamenti: sarà un’intervista semplice o una di quelle che ti fanno sudare per parlare con l’interlocutore…? …sarò all’altezza di confrontarmi con lui…? …che tipo sarà?
Sono sempre agitato prima di incontrare personaggi dello spessore di Tommaso.
Tommaso Agnese classe 1983. Una laurea in Storia e critica del cinema, regista, autore teatrale e sceneggiatore cinematografico, managing director della società di distribuzione Direct to digital, manager della rivista Fabrique Du Cinéma.
Ecco: vi siete agitati anche voi (LOL)!
È ora. Chiamo. Tommaso si palesa come una persona dal sorriso accogliente (sono già a mio agio) ed è calmo e pacato. Molto gradevole e, non appena fatti i saluti, mi conduce da subito in un viaggio meraviglioso nel mondo della sua arte!
Gli chiedo del suo cortometraggio ‘Senza sosta‘ vincitore del Festival Unishort e che ha concorso nel 2007 ai David di Donatello. Tra i protagonisti c’è un romano d’eccellenza: Remo Remotti.
È la storia di alcuni ‘attimi’ appartenenti a destini che si incrociano a Roma nella vecchia Citroen Dyane, detta Mary, di proprietà di un barbone alcolizzato (Remotti).
Dei balordi picchiano il povero senzatetto per rubargli l’auto e la usano per rapinare una prostituta. Quasi per magia l’auto si ferma, forse non vuole essere complice della cattiveria dei suoi ‘rapitori’ che l’abbandonano appena non cammina più. Di lì a poco diventa rifugio d’amore di una coppietta sorpresa da un acquazzone. Alla fine, ritrovata dal suo vecchio proprietario, torna ad essere la compagna e la migliore amica, custode dei ricordi più dolci, del pover’uomo che in lei, forse, si abbandonerà alla morte, della quale, la voce narrante, dice che al momento del trapasso molti rivivono gli attimi più belli della loro vita anche se in fondo è la vita l’attimo più bello.
Al ricordo di questo lavoro Tommaso sorride rivelandosi, come moltissimi artisti, generoso nel parlare della sua arte. Racconta aneddoti su Remo, ma per sapere quali guarda l’intervista alla fine dell’articolo.
Il tempo corre veloce e ho la sensazione di stare a chiacchierare con un amico che non vedo da anni e che mi racconta di sé.
Accenniamo alla parte finale del suo film ‘Mi chiamo Maya‘ e al suo spettacolo teatrale Verso Dante.
A questo punto vi chiederete, ma cosa c’entra tutto questo col libro…?
Bhè da quello che ho letto su Tommaso, dai suoi film e dalla lettura del suo libro ‘Apocalisse di un cybernauta‘ (sequel del precedente ‘Diario erotico di un cybernauta‘) ho appreso che la sua poetica permette l’accesso ad ogni opera in modo autonomo (e di questo è esempio massimo il suo ultimo scritto) non è necessario conoscere le altre, ma alla fine ci sono temi ricorrenti quali la solitudine, il fallimento, il coraggio di rialzarsi ad ogni caduta, la paura di non essere e, al tempo stesso, di essere amati.
Il suo è un modo di scrivere che ti fa entrare in un vortice magnetico che ti inchioda fino all’ultima parola delle storie che racconta. In sostanza la poetica di Tommaso Agnese è di semplice accesso ma non per questo è banale o scontata. È un’analisi edulcorata e profonda della realtà che viviamo, fatta attraverso la descrizione dei personaggi delle sue storie.
‘Apocalisse di un cybernauta’ è un libro che va letto. E’ una storia torbida, veloce, forte. Quando lo si legge sembra di essere parte invisibile delle scene descritte. E’ una storia di di disperazione, di abbandono, di solitudine, di amore, di paura, di bulimia sessuale, di sesso estremo. E’ un racconto che si fa leggere tutto d’un fiato perché l’ “…e poi?” è in agguato in ogni pagina, e accompagna il lettore in un crescendo di curiosità che sfocia in un finale di rinascita che diventa, forse, un nuovo punto di partenza per il protagonista.
In conclusione Tommaso Agnese è un artista che tiene alto il nome della cultura italiana, quella cultura fatta di cinema, teatro e letteratura che a un nerd come me è tanto cara, e tutto ciò fa sperare che in fondo nel Bel Paese non è tutto perduto.
ElectroNoyz