Un brano degli Ex Otago si intitola “I giovani d’oggi” ed è una denuncia precisa che il gruppo fa contro coloro che cercano di denigrare la gioventù dicendo che i ragazzi non “capiscono un cazzo”.
Bhé come non essere d’accordo con gli Ex-Otago sul riprendere le parti ai giovani?
Ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere e d’intervistare Edgar Allan Pop, al secolo Enrico Garattoni, un “giovane” musicista classe 1996. Un ragazzo della provincia romagnola che usa la musica elettronica per raccontare le sue poesie fatte di parole che spesso parlano in modo scanzonato dei disagi della sua età.
Parlando con lui mi sono reso conto che non deve essere facile vivere gli anni della propria giovinezza in questo periodo storico, dove la pandemia e la guerra hanno reso difficile anche “il campare” alla giornata, e, soprattutto, dove il confronto con la precedente generazione non si arrende allo scorrere del tempo ma si illude di vivere un’eterna giovinezza sui social e grazie a tutte le stronzate con cui ci viene fatto il lavaggio del cervello…
Nel momento in cui gli “evergreen” si accorgono che hanno più vent’anni “rosicano”, e colpevolizzano chi li ha di non capire un cazzo, solo perché sono vittime impotenti del tempo che passa velocemente.
Edgar è un ragazzo incredibile. Dalla mentalità aperta, dall’animo sensibile. Ha un’energia che solo quelli della sua età possono trasmettere. Un ragazzo che ha vissuto a Roma gli anni dell’università e poi, una volta tornato a casa, ha iniziato a raccontare le sue storie ambientandole nella sua provincia.
Vivere in provincia, a quanto mi ha raccontato, può essere per qualche verso un limite ma nello stesso tempo è una grande fonte d’ispirazione per raccontarsi nel bene e nel male.
Proprio questo aspetto “provinciale” delle storie (da non intendersi in senso negativo) che racconta con la sua musica è l’anello di congiunzione con gli ascoltatori. Rende vero e tangibile ciò che dice: ascoltare un suo pezzo è un guardarsi allo specchio divertendosi e l’immagine riflessa non siamo noi, ma un mosaico fatto di tante tessere che in qualche modo sono complementari al mosaico della vita di ognuno…
…per dirla in parole semplici: Edgar continua la tradizione della musica dell’Emilia Romagna la cui forza è l’essere pop! In lui albergano frammenti della poetica che cantautori suoi corregionali hanno usato nelle loro canzoni, vedi Dalla, Casadei, Carboni, Bersani, Vasco, Cremonini… il tutto condito con i videoclip che ricordano le installazioni visive che spesso vengono affiancate ai live di musica elettronica.
Quindi prima di dire che i giovani d’oggi non capiscono un cazzo, sono vuoti eccetera eccetera, andiamo oltre l’apparenza dettata dal pregiudizio degli stereotipi e ci accorgeremo che davanti a noi ci sono anime fragili che altro non vogliono che raccontarsi e comunicare.
Minchia.
Rileggendo questo articolo mi sono accorto che m’è partito un pistolotto. Non volevo essere pesante o uscire fuori tema. Ma il modo migliore per parlare di un giovane artista come Edgar Allan Pop è che un vecchio speaker/dj come me faccia una riflessione su come la mia generazione di quasi cinquantenni a volte possa essere stucchevole e invalidante nei confronti di chi, come lui, ha qualcosa da dire!
Edgar, la mia speranza è solo una che tu vada avanti. Come diceva Dante “non ti curar di loro e passa”. Continua per la tua strada. Raccontaci di te e della tua provincia con quel tuo modo scanzonato, moderno e fottutamente pop-elettronico! Le anime del mondo, mai come oggi, devono essere destate dal torpore del rincoglionimento in cui le hanno gettate, c’è bisogno del bello dell’arte in qualsiasi sua forma, e tu sei un artista a tutto tondo: bisogniamo del bello della tua musica per apprezzare di nuovo il vero sapore del vivere!
Edgar Allan Pop – Garantito
ElectroNoyz