Nel film ‘Caro diario‘ di Nanni Moretti, la voce fuori campo dice: ‘Anche quando vado nelle altre città l’unica cosa che mi piace fare è guardare le case. Che bello sarebbe un film fatto solo di case, panoramiche su case. Garbatella, 1927. Villaggio Olimpico, 1960. Tufello, 1960. Vigne Nuove, 1987. Monteverde, 1939.‘
Aggiungo: Via di Parione, (VI° Rione di Roma) luogo dove vive il protagonista di questo docufilm, Giovanni La Gorga (aka Dj Giovannino).
E’ proprio da casa sua che parte ‘il racconto in soggettiva’ su uno spaccato degli anni90.
In un certo senso quest’opera ha realizzato il sogno raccontato da Moretti nel suo film. Ma le case sono contenitori di vite, di storie. E questa storia inizia da un’appartamento privato che ingloba la città che lo ospita nel momento in cui vengono aperte le finestre per fare un dj set: Dj Giovannino restituisce un pezzetto di Roma ai Romani, From my House in da House. Lavoro visionario dal linguaggio semplice e diretto nato dall’esigenza di chi non vuole più stare a guardare una Roma agonizzante, per non rendersi complice dello scempio compiuto dalle istituzioni e dai romani stessi nei confronti della Città eterna.
Giovanni la Gorga e Alessio Borgonuovo hanno dato vita a un immensa denuncia. Il loro grido si leva forte, ti arriva in faccia come un pugno che ti scuote la coscienza e ti fa chiedere ‘perché’ è successo tutto questo. Ti raccontano, grazie agli interventi dei tanti amici famosi (Picca, Giallini, Barillari, il compianto Coccoluto, Giancarlino solo per citarne alcuni), di quanto siano stati importanti gli anni ’90: Roma era ‘l’ombelico del mondo’, un crocevia di cultura, fatto dal via vai di personaggi che passavano per il Caffè della Pace, oggi ridotto a una discarica a cielo aperto, vittima di quello sfruttamento commerciale che ha svuotato Roma della sua anima popolare rendendo il centro storico un asettico pacchetto turistico…
Qualche tempo fa Red Ronnie nel suo ‘Let’s spend saturday night toghether del 24.04.2021‘ ragionava sul che fine abbiano fatto gli artisti in questi tempi bui che stiamo vivendo. Possibile che in questa ‘involuzione culturale’ i musicisti non siano più in grado di levare un grido di protesta, possibile che non siano più capaci di prendere una posizione …?
La risposta io l’ho trovata in ‘From my House in da House’. E si può evincere dall’analisi che Asia Argento fa del documentario in esame. Dice a Giovanni ‘…devi persistere … dovresti essere aiutato dalla città …perchè è un’opera di beneficienza …nel senso di fare del bene alla città stessa…‘.
Non posso non essere d’accordo con questo punto di vista!
Chiunque faccia qualcosa per ridare a Roma la dignità culturale che merita deve essere sostenuto e incoraggiato!
…finché vige l’idea che l’arte e tutto ciò che gravita attorno ad essa è un ‘lavoro secondario‘ sarà difficile ma di sicuro non impossibile riuscire nell’intento…
Fil rouge di questo capolavoro è la musica. Si parla del fenomeno ‘Devotion‘ (che prende il nome dal brano dei Ten City) e dei Ragazzi Terribili. Un fermento musicale che la collega in qualche modo Roma al Paradise Garage di New York… un fenomeno musicale che si evolverà poi nel ‘The sound of Rome‘…
‘Cazzo fermate digge’ stai a divaga’… ‘ Giusto. Ma ciò è dato dal fatto che guardando questo docufilm non si può restare indifferenti al richiamo culturale che in esso è contenuto! Non a caso ha vinto Riff film festival di Roma… quindi… siate curiosi e capirete l’essenza di questo capolavoro!
In conclusione, appena possibile guardate ‘From my House in da House’ non vi migliorerà come persone ma di sicuro vi farà pensare…
Soprattutto, siate coraggiosi come Giovanni La Gorga e Alessio Borgonuovo e vedrete che ‘la musica ci salverà (cit.)!
Foto tratte dal film
Ascolta l’intervista:
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